I cancelli
possono
dividere e unire il paesaggio,
nascondere o proteggere il privato,
aprire e chiudere alla condivisione del pubblico,
lasciar immaginare cosa accade oltre,
raccontare i passaggi, le mutazioni, i ritrovamenti, gli abbandoni.
Indice
Capitolo 1:
Storie di Panzano
Capitolo 2:
I lupi vanno ancora in bicicletta
Capitolo 3:
Fiori e Terlìs
STORIE DI PANZANO
ricerca fotografica di Raffaele Saviano
Il quartiere residenziale di Panzano è nato per ospitare i lavoratori del cantiere navale e con esso è cresciuto. Le case, le strade, la vita quotidiana: tutto qui sembra portare ancora il marchio della fabbrica, come se il quartiere fosse una sua estensione naturale. Ma questa appartenenza forzata ha avuto un prezzo altissimo.
Per decenni, centinaia di lavoratori e intere famiglie sono stati esposti all’amianto, pagando con la salute e con la vita il privilegio di abitare accanto al cantiere. L’amianto, usato senza precauzioni, ha contaminato ambienti, corpi e generazioni intere. Ancora oggi le statistiche collocano Monfalcone tra i luoghi con la più alta incidenza di mesotelioma in Italia, e le ferite restano aperte.
Oggi, mentre le conseguenze di quell’epoca riaffiorano nei corpi e nelle memorie, la fabbrica continua a esercitare il suo potere: un controllo silenzioso e pervasivo che sembra voler estendere i propri confini oltre i cancelli, fino a rivendicare la proprietà delle strade, delle narrazioni, persino del dolore. Panzano resta così un quartiere sotto sorveglianza, come se appartenesse ancora alla fabbrica che lo ha segnato.
Attraverso queste fotografie ho cercato di dare voce a Panzano e ai suoi abitanti, restituendo un’immagine che non appartiene alla fabbrica ma alla comunità: uno sguardo che scava tra i muri e i cortili per raccontare le vite spezzate dall’amianto e l’identità di un quartiere che, pur ferito, resiste.
Raffaele Saviano
I LUPI VANNO ANCORA IN BICICLETTA
graphic novel
di Serena Giacchetta
La storia di una bambina che guarda oltre i cancelli del cantiere navale: le giornate scandite dalla sirena dei turni, la vita di comunità del quartiere operaio, il desiderio di varcare quei cancelli proibiti.
Uno sguardo su Panzano negli anni ’80, con il cantiere in espansione, le strade e i caseggiati brulicanti di vita, attraverso gli occhi di una bambina.
“Stai attenta ai lupi!”, le diceva suo papà quando la vedeva uscire con la bicicletta nel pomeriggio, dopo la scuola.
I lupi? Dove li poteva mai trovare in città, quei lupi?
Nei suoi sogni sì che li vedeva: grandi lupi che facevano la guardia e che tentavano di uscire dai cancelli del cantiere. Controllavano chi entrava e chi usciva e, ogni tanto, si portavano via qualcuno. Quindi, era meglio non fare domande.
“Negli anni ’80 la vita del quartiere operaio, il mio quartiere, è scandita dal ritmo della fabbrica. Il suono della sirena segna i turni di lavoro. Le prime volte, quando la senti, è così forte che il cielo sembra cadere sulla testa. Poi le orecchie si abituano e il suono diventa un suono “tuo”, che finisci per non sentire più. E impari quando uscire di casa senza venire travolto dal traffico delle biciclette degli operai.
L’ingresso principale di casa è proprio di fronte all’ingresso operai del cantiere. Cosa ci sarà dietro quel cancello?
La mia infanzia, vissuta in quel lungo, ha un solo obiettivo: oltrepassare quel muro, quel cancello, stando attenta ai lupi.”
Serena Giacchetta
FIORI E TERLÌS
performance multimediale intorno a Storia e storie di Panzano
voce e narrazione Caterina Di Fant
musiche dal vivo Giorgio Parisi
disegno digitale Serena Giacchetta
fotografie Raffaele Saviano
design audio-luci Valerio Bergnach
regia Lucia Linda
produzione Teatro della Sete
TERLIS: filato resistente per le tute da lavoro; nell’accezione comune del quartiere, indica la tuta stessa degli operai.
Alla fibra resistente con cui si veste chi lavora in cantiere, si accompagna la delicatezza dei gesti gentili di chi quelle tute le lava e le stende con il profumo di bucato al sole.
Intorno alla fabbrica crescono idee, speranze e nuove generazioni.
Mentre gli adulti costruiscono il futuro attorno a piccoli e grandi compromessi, i bambini, come promesse, fioriscono oltre i recinti del quotidiano.
Si ringraziano le classi IV della Scuola Primaria “N. Sauro” di Monfalcone per le audio interviste e il giornalista Roberto Covaz.
Fotografie di Claudio Cescutti
Registrazione video della presentazione del progetto, avvenuta in data 20 settembre 2025 presso il MuCa, Museo della Cantieristica di Monfalcone.
Teatro della Sete
Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
progetto vincitore del bando regionale
“Avviso storico etnografico progetti per studi e ricerche – anno 2024”
si ringraziano i partner
Consorzio Culturale Monfalconese, AEA Associazione Esposti Amianto, Menti Libere, SNAIT

